SEGNALI VERI E FALSI DEL TRAVAGLIO E CONTRAZIONI

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  1. galatyna81
     
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    Fonte: GINECOLOGO




    SEGNALI VERI E FALSI DEL TRAVAGLIO
    Così il corpo si prepara al parto.
    Il conto alla rovescia sta per cominciare: manca poco più di una settimana alla data presunta del parto, che in genere, per, è soltanto indicativa. Il travaglio, infatti, pu cominciare anche 15 giorni prima o ritardare di una decina. Ogni parto e ogni travaglio, infatti, seguono un loro corso e non esiste una tabella di marcia valida per tutte le donne. In ogni caso, alcuni segnali, dalle fitte alle contrazioni, indicano l'inizio delle doglie, ma vanno per distinti dai falsi allarmi. In particolare, a trarre in inganno la futura mamma possono essere le cosiddette false contrazioni, cioè quelle che, pur preannunciando il travaglio, non coincidono con il suo inizio. Riconoscerle aiuta la donna a non mettersi in ansia e ad aspettare quelle vere con maggiore tranquillità.

    Nei giorni precedenti
    Non esistono regole fisse che preannuncino l'inizio del travaglio; ci sono tuttavia alcuni segnali che possono indicare che il bimbo nascerà presto; alcuni di questi possono manifestarsi qualche giorno prima dell'inizio del travaglio. Ecco quali.

    Il distacco del tappo mucoso.
    La perdita del tappo mucoso non provoca dolore e perci pu passare inosservata se, per esempio, si verifica mentre si va in bagno. Il tappo mucoso è costituito dal muco che fino a quel momento chiudeva il collo dell'utero isolando la cavità uterina dall'ambiente esterno. Si tratta di una perdita di consistenza gelatinosa (più densa delle perdite vaginali che compaiono in gravidanza) e pu essere striata di rosa o di rosso. La presenza di gocce di sangue e dovuta alla rottura dei vasi capillari che si verifica quando l'utero comincia a dilatarsi.

    La comparsa di doloretti.
    Si tratta di dolori simili a quelli mestruali che coinvolgono anche la parte bassa della schiena: è probabile che il travaglio abbia inizio nel giro di qualche giorno. Comunque, è consigliabile distrarsi, aspettare e, soprattutto, non allarmarsi: l'utero si sta semplicemente preparando.

    Le false contrazioni.
    Le false contrazioni compaiono a intervalli irregolari, in genere non sono ravvicinate tra loro (in alcuni casi, per, possono presentarsi anche a intervalli di 5-10 minuti) e possono cessare all'improvviso. L'intensità del fastidio è più o meno sempre la stessa e non tende ad aumentare progressivamente. Comunque, anche per questo, tali contrazioni mettono la futura mamma sul chi va là. Quando si capisce che si tratta di false contrazioni è consigliabile cercare di occuparsi d'altro. Non sentirsi deluse: anche tali contrazioni hanno una loro funzione, si tratta di una prova generale per l'utero detta fase podromica, ossia periodo preparatorio, molto utile prima del travaglio e che pu durare in alcuni casi anche qualche giorno, con lunghe pause.

    Le contrazioni vere.
    Le contrazioni vere si susseguono a intervalli regolari di tempo, all'inizio ogni 30-15 minuti circa, poi via via con frequenza sempre più ravvicinata e intensità crescente. Diventano progressivamente sempre più dolorose, a differenza di quelle false. Il passaggio dalle contrazioni false a quelle vere non è sempre netto, ma queste ultime possono essere facilmente riconosciute per le loro particolari caratteristiche. Le vere contrazioni, una volta iniziate, non si interrompono; le pause sono regolari e via via sempre più brevi; un'altra caratteristica che contraddistingue le contrazioni che avviano il travaglio è rappresentata dal fatto che il dolore provocato dal continuo e progressivo "stiramento" della muscolatura del collo dell'utero scompare tra una contrazione e l'altra.

    Quando andare in ospedale.

    In base alla frequenza......
    Misurare frequenza e durata delle contrazioni alla loro comparsa, usando un orologio con lancetta dei secondi. La frequenza va controllata misurando l'intervallo tra una contrazione e quella successiva; di solito, all'inizio e tra i 30 e i 15 minuti.

    ...... e alla durata.
    La durata si calcola da quando comincia a quando finisce ogni singola contrazione. Di solito, all'inizio e di circa 15-20 secondi. É consigliabile andare in ospedale quando le contrazioni si succedono a circa una distanza di 5-10 minuti (dipende da quanto dista l'ospedale, se è vicino ci si pu avviare quando l'intervallo è pari a circa 4 minuti) e quando hanno una durata di 40-50 secondi circa.

    Le due fasi
    La prima parte del travaglio è in genere più lunga, mentre gli ultimi "centimetri" di dilatazione vengono conquistati in tempi più veloci. Le contrazioni si intensificano e si avvicinano una all'altra man mano che la nascita diventa imminente. Quando la dilatazione della cervice (collo dell'utero) è attorno agli 8-10 centimetri le contrazioni possono essere molto intense (possono durare 90 secondi e più) e molto vicine tra di loro (ogni uno-due minuti circa). Le contrazioni tuttavia sono più forti nel fondo uterino (la parte alta). In basso, lo spessore della muscolatura dell'utero è infatti minore e molto scarso nel segmento inferiore (collo dell'utero). La fase finale del travaglio dura in genere da 30 minuti a due ore ed è la più difficile da sopportare, poiché tra una contrazione e l'altra non si fa in tempo a riposare. Quando il collo dell'utero è dilatato al punto da combaciare con la circonferenza della testa del bambino, inizia la fase espulsiva, ossia quella delle spinte.

    Un "massaggio" al bambino
    Durante il travaglio, tramite le contrazioni, la cervice si dilata, aprendo così il passaggio al bambino. La fuoriuscita del bebè è favorita dalla disposizione della muscolatura dell'utero: il piccolo non riuscirebbe ad uscire se la muscolatura della parte inferiore opponesse una resistenza uguale e contraria a quelle impressa dal fondo dell'utero. In pratica, l'utero non si indurisce in modo uniforme come una palla, ma la contrazione della parte superiore spinge il piccolo verso quella inferiore, più morbida e debole perché dotata di una fascia muscolare molto sottile. Durante tutto il travaglio, il bambino viene massaggiato ad ogni contrazione. L'utero si indurisce per poi rilassarsi completamente durante l'intervallo successivo. Il continuo alternarsi di compressioni e rilassamenti agisce dunque sul bebè come un massaggio che stimola tutte le funzioni del suo organismo preparandolo alla nascita.

    L'utero si allena.
    Talvolta la donna sente l'utero contrarsi già al quinto-sesto mese di gravidanza. All'improvviso, il pancione diventa duro, come una sorta di palla, e resta tale per qualche istante. Tali contrazioni possono anche ripetersi più volte nell'arco della giornata. La caratteristica che le contraddistingue è che non sono dolorose. Sono definite in termini medici contrazioni Braxton Hicks. In genere, la futura mamma consulta il ginecologo che la tranquillizzerà; si tratta di un fenomeno naturale. Le contrazioni fanno la loro comparsa tra il quinto e il sesto mese perché in questa fase il piccolo raddoppia le sue dimensioni e l'utero deve adattarsi a contenerlo. Dopo il settimo mese le contrazioni non dolorose tendono a diminuire perché il bebè cresce più gradualmente.

    E ora in ospedale !
    Le doglie possono presentarsi anche una o due settimane prima dalla data presunta del parto. La scadenza infatti, è soltanto indicativa e il piccolo pu dare segnali di voler venire allo mondo anche 15 giorni prima o farsi aspettare per un periodo altrettanto lungo dopo il termine. Per questo, si considerano a termine o comunque nella norma le gravidanze che si concludono in un periodo compreso tra la 36-37 settimana e la 40, nonché quelle entro la 42. In ogni caso, è bene non farsi cogliere impreparate al momento delle doglie che, appunto, possono arrivare inaspettate. Che cosa mettere nella valigetta per sè e per il nascituro? Dalla camicia da notte ai documenti sanitari, dal walkman con la cassetta di musica che rilassa ai capi per il bebè, ecco cosa deve sapere la futura mamma.

    DAL TRAVAGLIO ALLA NASCITA.
    Le contrazioni cominciano a farsi sentire, vengono ad intervalli regolari ( ogni 5 - 10 minuti ) e sono dolorose : ha inizio il travaglio di parto che porterà il collo dell’utero a dilatarsi completamente per permettere il passaggio del bambino.

    Inizio della dilatazione.
    E la prima fase del travaglio che dura in media 4 - 6 ore. Le contrazioni sono ancora poco intense, poco dolorose e distanziate nel tempo.
    E il periodo in cui il collo dell’utero si trasforma : prima si accorcia, poi si appiana e successivamente comincia ad aprirsi ( si dilata ).
    In questa prima fase la donna può camminare, il più delle volte è ancora a casa e nell’attesa delle contrazioni più forti svolge gli ultimi preparativi per il ricovero imminente.

    Fase attiva del travaglio.
    L’inizio di questa fase coincide nella maggior parte dei casi con il ricovero.
    E il periodo in cui le contrazioni si fanno più intense e frequenti : ogni 3 - 5 minuti per una durata di 40 - 60 secondi. La dilatazione del collo dell’utero passa dai 2 - 3 centimetri ai 10 centimetri in 4 - 6 ore.
    Durante questa fase la donna può assumere le posizioni che ritiene più comode ( può passeggiare, starsene accovacciata, seduta o sdraiata ) : questo per un chiaro effetto analgesico. Solo nei casi in cui col procedere della dilatazione la testina del bambino scendesse lentamente sono il medico o l’ostetrica a consigliare la posizione più corretta ( sdraiata, in piedi o seduta ).
    La registrazione del battito cardiaco fetale e delle contrazioni dell’utero non è quasi mai eseguita in continuo ma per 20 - 40 minuti ogni due ore.
    In molte sale travaglio viene effettuato durante questa fase il partogramma , scheda molto simile ad un grafico su cui vengono registrati gli avvenimenti più importanti del travaglio ( rottura spontanea o provocata delle membrane ; esito delle registrazioni cardiotocografiche ; caratteristiche del liquido amniotico ; uso di eventuali medicinali, come l’ossitocina e/o antidolorifici ; il ricorso a tecniche di anestesia o analgesia ; la progressione della dilatazione ) : si ha così una comprensione immediata di come procede il travaglio di parto.
    La dilatazione del collo dell'utero ( bocca uterina . quando si è completamente appianato ) non procede con la stessa regolarità dall'inizio alla fine : il tempo impiegato per raggiungere una dilatazione ( apertura ) di 4 - 5 cm è molto più lungo di quello necessario per arrivare da questo punto alla dilatazione completa ( 10 cm ).
    Questa è la fase ( a dilatazione di 4 - 5 cm ) in cui può essere somministrata l’ossitocina per flebo, per rendere più valide e ritmiche le contrazioni, e può essere praticata l’analgesia : la più conosciuta è la peridurale che viene eseguita di routine solo in alcuni ospedali, mentre nella maggior parte è riservata ai casi in cui ci sono forti contrazioni non accompagnate da una altrettanto rapida dilatazione, o nei rari casi in cui la donna è in preda a paura incontrollabile.
    In condizioni naturali la rottura della borsa delle acque e la conseguente perdita di liquido amniotico avviene a dilatazione quasi completa : le contrazioni dell'utero aumentano la pressione del liquido amniotico, lo spingono verso il basso a forzare le membrane, che non avendo più l'aiuto del collo dell'utero si lacerano.
    A volte si rende necessario rompere la borsa delle acque quando la dilatazione non è ancora completa : per permettere alla testa del bambino di iniziare a scendere nel canale del parto, per rendere più valide le contrazioni e per permettere alla testa del bambino di esercitare una maggiore pressione sulla bocca uterina e dilatarla così più rapidamente.

    Fase di transizione.
    Giunti a dilatazione completa è la prima fase del periodo espulsivo, quella in cui la testina del bambino scende nel canale del parto. La durata è variabile, da pochi minuti sino ad un’ora.
    Per aiutare la discesa della testina nel canale del parto le ostetriche preferiscono a volte tenere la donna seduta.
    In questa fase le spinte possono ancora non essere avvertite : è la testina del bambino che le provoca, scendendo in vagina ne comprime le pareti sull’osso sacro dando il desiderio di spingere ( come per la defecazione ).

    Periodo espulsivo.
    Mentre scende nel canale del parto il bambino compirà alcuni movimenti e subirà alcune modificazioni a causa delle piccole resistenze esercitate dai tessuti della mamma :
    Riduzione. La testina del bambino modifica un po' il suo atteggiamento, è molto flessa sul torace: in questo modo entra nel canale del parto col diametro più piccolo, per fare meno fatica ad adattarsi al canale del parto. Entrata nel canale del parto riduce poi un po' il suo volume : le suture craniche si avvicinano un po'.

    Progressione. Sotto l'influenza delle contrazioni la testina, a dilatazione completa o quasi, scende dallo stretto superiore ( l'ingresso del canale del parto ) nel canale del parto stesso ( in vagina ) : questo accade perché una contrazione provoca un incurvamento della colonna vertebrale del bambino, mentre la successiva ne provoca il raddrizzamento, il bambino quindi incurvando e successivamente raddrizzando la colonna permette alla sua testa di scendere in vagina, un po' come quando a carponi si vuole entrare in un tubo.

    Rotazione interna. Entrando in vagina, la testa del bambino deve porre il diametro più favorevole per attraversare il canale del parto ( dalla sommità della fronte - parte anteriore dell'osso parietale - all'occipite ) lungo l'asse maggiore del canale del parto, che è quello antero-posteriore ( dall'osso sacro al pube ), così facendo è facilitata la discesa e l’attraversamento del canale del parto.
    Disimpegno della parte presentata. La testa del bambino è ormai giunta alla vulva e deve superare anche questo ultimo ostacolo. Per fare ci il bambino estende la testa facendo perno col suo osso occipitale sull'osso del pube della mamma. In genere i movimenti per il disimpegno della testa sono inversi a quelli dell'impegno : per entrare nel canale del parto si flette la testa ( la si piega sul torace ) per uscire dalla vagina la si estende ( si alza la testa ).
    Rotazione esterna. E' il movimento che compie la testa del bambino, appena uscita dalla vagina, per riportarsi nella stessa posizione che aveva prima di entrare nel canale del parto : in questo modo la testa segue la rotazione della rimanente parte del corpo, che si trova ancora nel canale del parto e permette alle spalle di uscire.
    Fuoriuscita totale del bambino - nascita. Il bambino dopo che sono uscite le spalle compie un movimento a spirale con tutto il corpo e nasce.
    Durante il periodo espulsivo si deve spingere fortemente durante la contrazione con una tecnica particolare e intelligente che permette di avere il massimo vantaggio con un impiego di forze moderate.

    Tecnica di spinta
    inspirare profondamente ed espirare rapidamente per 2 - 3 volte ;
    bloccare la respirazione con i polmoni ben pieni di aria ;
    far entrare in contrazione i muscoli addominali e spingere fortemente e in modo continuo verso lano, senza permettere allaria di uscire dai polmoni ;
    rilassare completamente tutti i muscoli a spinta eseguita ed attendere la successiva con respiri profondi e lenti.
    E’ utile assumere la posizione accovacciata sulle ginocchia aggrappate alla sponda del letto o in posizione verticale con i gomiti appoggiati su un piano rigido.
    Quando la testina affiora dietro lentrata della vagina è il momento di passare sul lettino da parto per le ultime spinte. E preferibile passare al lettino per lultimissima parte del periodo espulsivo per permettere allostetrica di accompagnare più comodamente alla nascita del bambino.
    In questa ultimissima fase pu essere eseguita la episiotomia : la piccola netta incisione praticata con le forbici sul perineo (lo spazio tra vagina e retto ) per permettere un più agevole disimpegno del bambino.


    LE CONTRAZIONI: COME RICONOSCERE L'INIZIO DEL TRAVAGLIO

    Che cosa le provoca?

    All'interno delle cellule muscolari dell'utero, per effetto dello stimolo dell'ossitocina (ormone), aumenta la concentrazione degli ioni di calcio. Questo incremento fa attivare due sostanze, actina e miosina, che sono le responsabili dell'accorciamento delle fibre muscolari, che provoca la contrazione dell'utero. Ecco che sentite la contrazione.

    Perché si verificano nel corso della gravidanza?

    Dal secondo trimestre, si presentano sporadicamente in forma poco dolorosa, sono dovute all'allenamento dell'utero, che si modifica per adattarsi alle esigenze del feto e si prepara già al parto.
    Le cause scatenanti possono essere molte: dal progressivo ingrossamento dell'utero, dai primi movimenti del bambino, da disturbi intestinali (diarrea o stitichezza).
    Nelle ultime settimane di gestazione, le contrazioni diventano più evidenti e dolorose, servono a tonificare l'utero e a preparare la dilatazione del collo uterino.

    Alcune precauzioni per prevenire contrazioni forti troppo presto

    Attenzione a non fare sforzi eccessivi
    ad ogni sforzo, infatti, l'utero riceve una sollecitazione e si contrae. Quindi è bene evitare non solo di caricarsi con la spesa, ma anche farsi aiutare nei lavori di casa e, se si ha già un bambino, cercare di fare con lui giochi tranquilli e di prenderlo in braccio il meno possibile.

    Controllare stress e stati emotivi intensi
    perché affaticano l'organismo, quindi, se è difficile riuscire ad essere rilassate e serene, si può comunque fare qualche esercizio di rilassamento e dedicarsi momenti di riposo durante la giornata.

    Come distinguere quelle del travaglio?

    Contrazioni sporadiche

    se senti: un piccolo crampo addominale non doloroso, che si ripete ogni tanto
    cosa fare: rallentare i ritmi quotidiani
    fai un controllo: se hai mal di schiena, dolori ai reni o le contrazioni sono frequenti

    Contrazioni preparatorie

    se senti: un indurimento della pancia, come di un muscolo contratto. La sensazione può ripresentarsi dopo alcune ore o il giorno dopo.
    cosa fare: rilassarti, stenderti sul letto o su una poltrona comoda
    fai un controllo: se diventano troppo regolari, anche se non molto dolorose o se sono sempre più intense e frequenti.

    Contrazioni da travaglio

    se senti: durano 30-40 secondi all'inizio, poi arrivano fino a un minuto, con intervalli sempre più ravvicinati. Dopo aver raggiunti l'intensità si placano fino alla fase di riposo. Il dolore coinvolge anche la schiena e i reni
    cosa fare: muoversi e camminare aiutano a velocizzare il travaglio.
    vai in ospedale: quando le contrazioni progrediscono con intervalli sempre più brevi, fino a 10 o 5 minuti tra una contrazione e l'altra.

    Edited by _giulia_ - 20/11/2007, 17:55
     
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